Siamo a Marsiglia negli anni 70 dove la piccola Esther cerca di farsi una ragione della sua famiglia di pazzi.
Esther è una bambina che sta alle regole, anzi, adora le regole. Trova nello studio della grammatica la logica che non c’è nei suoi genitori sessantottini che girano nudi per casa e nel suo fratello iperattivo che morde i compagni nel cortile di scuola.
I suoi genitori sono anche parecchio contradditori: si amano tantissimo ma litigano con i piatti che volano per casa, non possono fare a meno l’uno dell’altra, ma la madre di Esther è infelice e più di una volta dichiara di volere il divorzio.
L’apice della contraddizione viene toccata quando iscrivono Esther, loro, ebrei di sinistra, a una rinomata scuola privata cattolica. Esther sa che da quel momento camminerà sulle uova: i suoi compagni di classe, i loro genitori, danno per scontato che lei sia cattolica e faccia parte di una buona famiglia conservatrice.
Per mantenere questa maschera Esther mente spudoratamente, si costruisce una vita parallela che solo una persona, con il suo comportamento, può smascherare. Suo padre! Esther lo odia: subisce i suoi malumori, le su fissazioni, le crudeltà nei confronti della madre e quindi non trova di meglio che pianificare un parricidio.
La piccola conservatrice è allo stesso tempo tragico e divertente, il racconto di come la famiglia e l’ideologia politica possano ingabbiare l’infanzia che deve fare di tutto per trovare la propria strada e la propria liberazione.
Ingrid Seyman è giornalista, autrice e regista (soprattutto di documentari sulla disabilità). La piccola conformista è il suo primo romanzo!
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