Le piccole libertà, di Lorenza Gentile

Ho comprato Le piccole libertà  perché mi piaceva la copertina. Poi l’ho lasciato lì parecchio perché me ne sono pentita: mi sembrava qualcosa fin troppo leggero e un po’ modaiolo.
Come ci si sbaglia!

Oliva vive una vita che non è la sua: è diventata così brava a rispondere alle aspettative degli altri, a rimediare in qualche modo a errori non suoi (di un fratello morto piccolo e di una zia scomparsa dai radar per una colpa inconfessabile) che ormai non è più in grado di distinguere cosa faccia felice lei e cosa invece faccia felice solo i suoi genitori e il suo fidanzato Bernardo.
Ha 30 anni, il tanto sospirato contratto a tempo indeterminato sta per arrivare e lei non si aspetta più di cambiare la sua vita, un avita che giorno dopo giorno le scava un incolmabile vuoto dentro (che lei cerca di riempire con qualunque snack multiculturale le capiti sotto mano).
Fino all’arrivo di un misterioso pacco. È della famigerata zia, che Oliva non vede da 16 anni: la zia la invita a raggiungerla a Parigi, e nel pacco c’è il biglietto per un treno notturno.

Non è un bel momento: Oliva si sta giocando l’assunzione e si sta pure per sposare. Nessuno capirebbe una sua improvvisa fuga a Parigi. Eppure si decide, prende il treno notturno e si presenta davanti alla leggendaria libreria Shakespeare & Co.
Non sa che la zia non si presenterà, e che lei sarà costretta a rimandare il ritorno giorno dopo giorno, alloggiando nel frattempo nella libreria e incontrando una comunità un po’ sgangherata e bohémien di persone così diverse da lei, eppure così accoglienti da farla entrare nelle loro vite senza una domanda. Incontrerà Victor, e poi, grazie a lui, Leonard Cohen e Alejandro Jodorowsky. Scoprirà cosa significa il coraggio, e cosa la felicità. Scoprirà che la libertà ha un prezzo, per tutti, e che ogni scelta porta a una conseguenza. Ma anche che se non si prova disperatamente a cercarla, questa felicità, allora si vive una vita a metà. Si può morire e rinascere più volte nella stessa vita, tante volte quante vogliamo.

“Il segreto della felicità è avere due bicchieri di vantaggio di vantaggio sul mondo reale e uno di svantaggio su ogni ubriaco che incontrate”.

Le piccole libertà è una storia che nasce dall’esperienza personale di Lorenza Gentile. Nel 2011 ha effettivamente vissuto alla Shakespeare & Co., la leggendaria libreria parigina.
Come succede a Oliva, effettivamente si può dormire in libreria, in cambio bisogna solo lavorare per qualche ora in negozio e leggere un libro al giorno. Si entra così a far parte della comunità di thumbleweeds (i rotolacampo dei deserti americani), gli ospiti della libreria: artisti, attori, vagabondi. Il soggiorno alla Shakespeare & Co. Ha lasciato un segno profondissimo in Lorenza, ed è stato quello a farle decidere cosa voleva fare da grande: la scrittrice.

Shakespeare & Company, nel cuore di Parigi

I created this bookstore like a man would write a novel, building each room like a chapter, and I like people to open the door the way they open a book, a book that leads into a magic world in their imaginations.George Whitman

Negli anni ’20 un ragazzo di nome George Whitman si ammalò gravemente durante un viaggio che aveva intrapreso a piedi dagli USA al Messico, fino all’America Centrale. Fu una tribu Maya in Yucatan a salvarlo, e quell’esperienza di grandissima ospitalità e umanità lo segno al punto che quando aprì la sua libreria a Parigi, Le Mistral, invitò artisti, intellettuali e scrittori a dormire tra gli scaffali e le pile di libri. Da allora la libreria ha ospitato 30.000 persone: una comunità che Whitman chiamò Tumbleweeds (i rotolacampo delle praterie americane), come lui stesso si era definito in vita.

“Non essere inospitale con gli stranieri, potrebbero essere angeli travestiti”.

Ai tumbleweeds sono fatte solo tre richieste: dedicare due ore del proprio tempo alla libreria, leggere un libro al giorno e scrivere una pagina autobiografica per l’archivio di Whitman.

La libreria si trova nel cuore di Parigi, in Rue de la Bûcherie. È una libreria inglese, concepita da Whitman come un libro. Ogni stanza è un capitolo, e gli piace pensare che chiunque entri lo faccia con lo stesso spirito con cui apre la copertina di un libro.

Nel 1964 la libreria cambiò nome in Shakespeare & Company, in onore della libraia Sylvia Beach, che aprì l’originale Shakespeare & Company nel 1919.
Nel 2006 la gestione della libreria è passata alla figlia Sylvia. Gli eventi letterari promossi dalla libreria hanno ospitato scrittori emergenti che sono poi diventati voci essenziali della narrativa contemporanea, come Zadie Smith.
La storia della libreria è raccontata in un volume, Shakespeare and Company, Paris: A History of the Rag & Bone Shop of the Heart, ricco di 300 foto e 70 interventi di Tumbleweeds come Allen Ginsberg, Anaïs Nin, Kate Tempest e Ethan Hawke.

Nel 2011 George Whitman se n’è andato, lasciando dietro di sé un’eredità storica incancellabile. Le porte della libreria sono ancora aperte, pronte a ospitare tumbleweeds e voci narranti.

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